Lucqua nel secchio

Lucqua nel secchio

Una storia legata all’acqua quella di Lucca. Una risorsa importantissima di cui il territorio lucchese è sempre stato ricco e che ne ha influenzato l’economia dai tempi antichi della Seta fino agli attuali dove il settore cartario rappresenta l’attività oggi più produttiva.

Ma nei tempi antichi, quando l’acqua non arrivava al centro cittadino, il nucleo vitale di Lucca, come si organizzavano?

Questo post di Enzo46 si inserisce tra i molti con cui ha efficacemente descritto la storia dell’ acqua e di Lucca.

L.

Il fiume Serchio

 

Oggi ne abbiamo perso le tracce ma i romani avevano dotato la città di un lungo acquedotto che, dal Morianese, sembra giungesse fino all’area dove, grossomodo, oggi si trova San Frediano. Dopo secoli di uso l’opera si guastò irrimediabilmente ed i lucchesi trovarono ed utilizzarono, dal medioevo e fino agli inizi del 1900, una soluzione che si rivelò, oltre che intelligente, anche molto funzionale e originale. Guardando l’immagine allegata si vede che la struttura era composta da quattro elementi: immediatamente sopra la finestra della cucina veniva incernierato, direttamente nel muro esterno, un ferro orientabile a forma di “L” al quale era collegata una carrucola dotata di una corda al cui estremo veniva legato un secchio. Sulla verticale della finestra, all’interno della corte e adiacente il muro del fabbricato, si provvedeva a scavare un pozzo il quale aveva spesso la caratteristica di avere intorno muri abbastanza alti per impedire il suo utilizzo da parte di “persone non autorizzate”. Il secchio veniva calato, si immergeva nel pozzo e poi si ritirava verso l’alto poggiandolo, prima di introdurlo nell’abitazione, su una pietra laterale che fuoriusciva dal muro accanto alla finestra. Alcune di queste pietre, di forma leggermente diversa da un semplice parallelepipedo stondato, attraverso una specie di imbuto e un tubo, mettevano in comunicazione la zona dove veniva poggiato il secchio, con serbatoi interni all’alloggio nei quali veniva immessa l’acqua per usi successivi. Queste particolari pietre, chiamate “poggia-secchia” o “svuota-secchia” a secondo del tipo di utilizzo, sono ancora oggi ben visibili in molte corti del centro storico.

P.S.
Di queste “applicazioni ingegneristiche”, il mio amico Alberto Micarelli, girando nelle corti di Lucca ne ha rintracciate una cinquantina quindi, se desiderate maggiori informazioni, foto o localizzazioni, potete leggerle su una piccola pubblicazione che è disponibile presso il Caffè Letterario in via Regina Margherita n° 12.

di Enzo46

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il Lustro
dario.barsotti@hotmail.it
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