Averci la pólla

Averci la pólla

“Avecci la pólla” a Lucca non significa “aver una pollastra”, femmina del pollo che, benché il sostantivo “pollo” sia al maschile, si può trovare sia maschio che femmina.

La pólla “mentovata” , cioè menzionata, è un’ipotetica e bramata fonte inesauribile di quattrini con cui, ad esempio, potersi togliere qualche sfizio o far fronte alle continue pretese dei figli…

“ ‘Un c’ho mi’a la pólla!!! “

Una lira, moneta molto compianta dai lucchesi.

Già si è accennato al costume lucchese di lamentarsi del denaro, alla prerogativa di tirchiaggine attribuita ai lucchesi, a personaggi divenuti ricchi con attività considerate meno nobili ed al fatto che le donne lucchesi fossero spose assai ambite perché in possesso di ben tre seni ( puppore ) di cui la terza anziché latte materno secerneva fantasticamente denaro ( la dote associata alla ricchezza della famiglia o casato di provenienza della donna).

Si è descritto anche la “pupporona” , statua che ha intitolato, per il popolo lucchese, la piazza San Salvatore e che adorna una fontana dell’architetto Nottolini della centralissima Lucca.

Da questa bella fontana sgorga un altro bene certamente più prezioso di tutti i quattrini:  l’acqua.

La Pupporona cittadina

Questo elemento, di cui il territorio lucchese è ricco,  ne ha favorito l’economia dai tempi  antichi in avanti.

Trattando di fontane e di acqua si pensa inevitabilmente all’acquedotto del Nottolini che, per primo, ha portato l’acqua potabile dei Monti Pisani nel centro.

Tutta l’acqua ha una sua sorgente, una fonte dalla quale si genera, una fessura nel sottosuolo da cui fuoriesce fresca, limpida e ( preferibilmente) potabile ; questa viene detta “pólla”

Una pólla o fontana

Andrò a citare alcune delle pólle più conosciute dai lucchesi con l’intento di rappresentarne il più possibile specialmente laddove presentino una storia o l’associazione a qualcosa di interessante.

La pólla del Bongi

Situata sulla collina di Cocombola in Montuolo, viene detta “Pólla del Bongi” la fonte “di cima” cioè la più in alto delle tre fontane presenti . L’acqua ha proprietà diuretiche ed è molto rinomata per il gusto. 

La zona era meta di molte scampagnate domenicali per i cittadini lucchesi che da questa collina, pochi chilometri fuori dalIe mura, andavano ad ammirare il panorama di tutta la piana.

I Bongi furono la famiglia che ne curò il restauro nella cui discendenza troviamo il Salvatore Bongi, storico, politico e archivista pluridecorato, vissuto nel XIX secolo a Lucca ( la sua casa era in via Fillungo al civico 74 ).

Due tomi nell’Archivio Storico

A Salvatore Bongi si deve un “Inventario” che è tutt’ora l’ indice utilizzato e consultabile dell’Archivio di Stato di Lucca ( che lui diresse ) e l’aver curato la ristampa de “Le Croniche” di Giovanni Sercambi, un testo tra le massime “fonti” ( appunto ) sulla storia lucchese scritto dal politico-speziale dei tempi di Paolo Guinigi.

L’acqua di Chiattino. Era di moda adornare le fontane con elementi “Esotici” . Qui una testa di sfinge come per Canapino

La pólla di Chiattino 

In Guamo, località San Quirico in Casale, nella zona delle fonti di San Pietro da cui si origina anche l’antica fonte sfruttata dal Nottolini per l’acquedotto, la pólla di Chiattino sgorga poche decine di metri più a monte rispetto alla fontanella. L’acqua dal sapore intenso e carico è molto apprezzata e vanta una numerosa clientela grazie anche all’accessibilità con l’auto.

Il nome “Chiattino” era il soprannome di Domenico Sbragia titolare della mescita ( osteria ) situata sull’omonimo ponte e antistante la Chiesa di San Quirico in Casale ( XI secolo ).

Un omino basso e rotondo, appunto chiatto, vissuto nel secolo XIX, dedito anche all’allevamento del baco da seta. Recandosi col barroccio a vendere i firugelli ( bozzoli prodotti dal baco che venivano lavorati per ricavarne il filato ) capitava che spendesse il misero guadagno in mangiate e bevute nelle locande cittadine prima ancora di rientrare a casa e che fosse poi il cavallo a riaccompagnarlo a casa.

La mescita venne poi fatta “saltare” con una granata, assieme al ponte, durante la ritirata dei tedeschi nella seconda guerra.

La pólla di Chiattino, in realtà in località Bisaccini , in San Quirico di Guamo

La pólla del morto

Fonte che intitola, oltre alla fontanella, la via, la località e il cocuzzolo della collinetta in località Bozzano di Massarosa e intersecata dall’autostrada A12.

Sembra che l’appellativo “del morto” sia da attribuire ad un fatto avvenuto sul finire del 1800 quando, un operaio che si trovava in zona per costruire un edificio, si avvicinò alla fonte per berne e dissetare l’arsura dovuta al caldo. L’acqua eccezionalmente fredda anche nei mesi estivi ne avrebbe causato la morte per congestione.

Leggenda o monito dei paesani affinché, specialmente i ragazzi, ne bevano con cautela?

Non si trovano “fonti” certe sul motivo di questo macabro appellativo.

Bozzano, tra l’altro, è un paese che conserva una parlata assai particolare contraddistinta da vocali pronunziate strette e che omette il “ch”. ( jave per chiave, jócciola per chiocciola, jésa per chiesa…)

Il tramonto visto dalla pólla del morto

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La pólla di San Giusto

Situata a monte della via per San’Andrea, questa fontanella che origina dalla collina, porta il nome della frazione del Compitese in cui ha sede. Fu argomento dibattuto la paternità del luogo con il paese vicino Sant’Andrea in quanto alcuni reclamavano che l’acqua avesse origine lì.

L’acqua povera di ogni minerale ha la prerogativa della leggerezza.

Viene apprezzata da tempi immemori per il potere diuretico e da coloro che soffrano di patologie ai reni. Consigliata anche a chi debba espellere calcoli o renella l’utilizzo prolungato non è auspicabile considerato il “lavaggio” che effettua e la povertà di sostanze. San Giusto è anche la frazione che ha dato i natali al campione di ciclismo Mario Cipollini detto “Il re Leone”.

La fonte “Perfido” o pólla di Canapino

La pólla “Perfido” o Canapino 

“Canapino” significa, in italiano, fatto con la canapa ed è il nome comune di un uccello dei passeracei.

La zona , in località San Colombano di Capannori, viene detta “a Canapino” dal nome del vecchio titolare di una locanda del posto.

Perfido è invece il rio che scorre lì.

Il rio Perfido di San Colombano

 

La pólla Tognoni o Tonioni

In Massa Macinaia sulla via di Sottomonte, poco prima di San Leonardo in Treponzio.

Il nome, lo stesso della località, sembra derivare da un cognome, probabilmente di qualche abitante del luogo.

La pólla di Piturnella

In Massa Macinaia, zona scuole elementari, la fonte prende il nome della località o corte rurale.

Molto generosa come flusso, anche nei mesi estivi, sembra quasi calda bagnandovisi.

Altre polle da documentare…

La pólla Tognotti in Fregionaia

La pólla “a crescione” di cima Vorno

La pólla “in valle” di Vorno

il Lustro
dario.barsotti@hotmail.it
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