Il Diamante di San Michele

Il Diamante di San Michele

Nell’area che fu il Foro del rettangolo romano antico di Lucca, incrocio tra il cardo e il decumano e centro vivace delle attività poli che e commerciali cittadine, fu costruita a partire dall’VIII secolo fino al XIV,  la chiesa intitolata a San Michele arcangelo.

Un diamante per la città e per i tanti visitatori che la reputano erroneamente la cattedrale di Lucca… come fargliene una colpa?!

La chiesa è un insieme dei vari stili romanico e gotico che convivono in un’architettura straordinaria e irregolare con un timpano a vela riccamente ornato al cui apice un arcangelo marmoreo con particolari in metallo, volutamente appesantito a prova di vento, domina la città come fece col drago, forte della sua statura di ben quattro metri e della sua posizione rivolta a via di Poggio e quindi al tramonto.

Lo stesso tramonto che, secondo la leggenda, in un preciso istante svela il luccichio del DIAMANTE o smeraldo sulla sua sommità o sulla sua mano, che dovrebbe essere l’oblazione a dono di un fedele.

Una pietra preziosa ad omaggiare il Santo che sorregge il mondo con la sola mano mancina; una statua unica al mondo per le dimensioni e la collocazione, inaspettata per il turista che, transitando dalle piccole vie del centro, rimane folgorato da questa maestosa piazza che fu sede del Palatium Civitas e di quello Pretorio. Fu per molti anni anche la piazza dei piccioni lucchesi, come San Marco a Venezia, che furono poi allontanati per non danneggiarne i monumenti.

La chiesa poi al suo interno è un autentico scrigno d’arte…da Andrea della Robbia, Raffaello da Montelupo a Filippino Lippi.

La facciata fu restaurata in epoca risorgimentale a cura dell’architetto Pardini che ebbe l’ardire di collocarvi i bassorilievi di alcuni personaggi politici dell’epoca e altri importanti uomini italiani; 

Il Risorgimento e l’annessione al Regno d’Italia della sempre autonoma e indipendente Lucca, fu vissuto dai lucchesi con spirito determinato a valorizzare la cultura lucchese; oltre al rifacimento della facciata fu acquisita la proprietà delle Mura urbane e restaurato il monumento di Ilaria del Carretto;

nella piazza è collocata anche una statua raffigurante Francesco Burlamacchi, patrizio, mercante e gonfalone della nostra repubblica cittadina nel XVI secolo.

A lui Giosuè Carducci dedico alcune righe ne “alla croce di Savoia”

E fu primo Burlamacchi

dato a morte e pur non vinto

contro il fato e Carlo quinto

Il futuro ad attestar

Nel loggiato di palazzo pretorio insiste la statua a Matteo Civitali, scultore e architetto di epoca medicea, forse il più importante del ‘400, nato a Lucca e autore di molte opere tra cui il tempietto del Volto Santo sito nella Cattedrale di San Martino.

Il Vasari lo indica come allievo di Jacopo della Quercia e sembra che prima di darsi a scalpellinare i marmi, ovvero raggiunti i quarant’anni, avesse praticato anche altri mestieri tra cui il barbiere.

Effettivamente anche quella del barbiere è un’arte.

In queste tre foto di Roberto Piccinini si svelano i particolari della statua, più che un anello sembrerebbe il bracciale ad essere adornato di pietre.

il Lustro
dario.barsotti@hotmail.it
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