La clonaśzione …

La clonaśzione …

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La Clonassione di un Toscano

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Doppo avé clonato de’ttarponi
la peora dolli e du’ aproni,
a vei capoccioni di sciensiati ameriani,
n’è venuto in mente di clonà anco ‘tToscani.

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In quel laboratorio sipillito di provette,
d’alambicchi, pappagalli, ampolle e di padelle,
han strappo ad uno scheletro d’Etrusco
cavato da drento alla su fossa,
du’ schegge d’osso
e l’han misse in fondo ad un’ampolla grossa grossa.

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L’han spiacciate e acciuccignate ben
e da vella poltiglia lie, ci han levo un pessettin
così piccin che pe’ vedello,
d’occhi sur naso cene vorebbe dieci e irradar ner cervello.

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In d’una provetta poe l’han misso,
c’an ficco assieme dell’oglio bon, der vin bon
e du pessetti di pan e di stoccafisso

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L’han stiocco sur foo,
l’han sciambrottato ben per più di un’ora e meszo
e un attimino pria che avvenisse vesta malidetta clonassione,
un caccarin di bottino di cristiano c’han ficco drento;
ma poo poo ehh!

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Sennò, se carchi troppo la mano,
un pole che uscì fora
gnent’artro che un pisano.

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di Mimmo Tattrabacco

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il Lustro
dario.barsotti@hotmail.it
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