“Nobili” monache in San Giorgio

“Nobili” monache in San Giorgio

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Gli edifici all’interno del carcere di San Giorgio, vedi l’immagine, facevano parte di un importante monastero “nobiliare” cittadino edificato intorno al 1500 con l’appoggio dell’aristocrazia lucchese per assicurare alla prole femminile un futuro accettabile.

Nei quasi 300 anni di vita, in quel luogo, hanno trascorso la loro vita felice o infelice, disperata o rassegnata, almeno 540 donne.

Forse, però, è meglio dire bambine perché molte venivano obbligate alla vita monacale anche prima dei 15 anni e, spesso, anche di età inferiore ai 10.

Tutti sapevano, ed erano convinti, che avere una o più figlie monache all’interno di importanti monasteri avrebbe garantito ai genitori una minor permanenza nel Purgatorio e grossi sconti sui peccati commessi! Le monache, tutte cittadine e di famiglie aristocratiche, pregavano, lavoravano la seta, dipingevano e… comandavano le “converse”, cioè donne provenienti da famiglie con scarsa capacità economica alle quali erano riservati i lavori più umili e pesanti e pertanto dovevano essere non troppo giovani, robuste e “prelevate” dalle campagne.

L’appellativo “nobiliare” derivava, oltre che dalle famiglie di appartenenza, dal fatto che gruppi di nobili “dame” lucchesi, parenti di alcune monache, furono autorizzate a visitare il monastero fino a due volte ogni anno e, durante la loro permanenza, le monache organizzavano, con raffinatezza e signorili servizi, veri e propri ricevimenti con torte, cioccolate calde e sorbetti…

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di Enzo Puccinelli

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“Cocktail bar”
acrilico su tavola de Il Lustro, ispirato ad un locale di via San Giorgio

il Lustro
dario.barsotti@hotmail.it
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