Author: il Lustro

Des Arts   - À un certain moment Notre peau a changé; On peut partir Pour notre voyage Retourner Et encore recommencer. - Nous ne connaissons pas L’ objet de notre recherche Pas l’endroit, si Paris ou l’Amerique: Y-a-t’il une raison dans l’écran Ou dans le verre? - Nos chapeux ne sont pas un masque, Plûtot une boîte Pour îcones, souvenirs et musique Que nous trouvons...

Dar barino fòri ci si spostiede davanti dalla vedova di Giovannone per aiutalla a sgrana’ i fagioli cannellini; che le’ era ‘na donnetta sempre gentile con noiartri ancho se s’era urloni e bestemmioni lì di sotto a casa sua. - Ir su defunto marito ‘nvece, vello sì...

[caption id="attachment_935" align="alignnone" width="1024"] Bucoschi o Bukowski di Lucca, nei giardini alla stazione ferroviaria.[/caption] -

Bucoschi e Pareto

- Sortito dar comodo s’era lavo le zampe davanti perché aveva cambiato l’acqua al merlo e era educaszion lavassele ( ancho se lo sciaqquon ‘un l’aveva tiro ).
Doppo s’era misso a sedé ar su pòsto e aveva principiato co’ su discorsi a randello sur lavoro sottopòsto, che potevino sembrà un popo’ da comunista. Ar bare erin guasi tutti più der Duce ma a lu’ un ni fregava mi’a, nessuno lo poteva contraddì sennò era péggio perché ‘un’ismetteva più...
Insomma principió...
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Indate a lavorà, vai ! Peori! Che lo diceva ancho Bukowski che fa male lavorà, che ingrettisce l’omo, ni leva la libertà e l’ompaurisce per nulla...; ‘r pòsto fisso è ‘na fissa vostra e state lì a favvi piglià per ‘r culo perché avete paura d’esse’ licenśiati...”

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E lù, che ‘un si sapeva qual’era il su’ lavoro e s’avesse mai lavorato, era uno de’ tanti che ti dicevi “ Di che camperà?”
Lo vedevi ogni tanto ar bare, vando sulle Mura a légge, ma sempre senśa fa una semplice e a fumassi le su sigarettacce che puzzavino.
Noiartri giovanotti, ma doppo ancho i vecchi, ni s’era messo nòme “Bucoschi”come quello ameri’ano  briaone puttaniere de’ libri che leggeva lu’...
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“ Che vorà dì arśassi alle séi colla svèglia che ti dice che devi mangià a forśa, vestitti e litigà colle machine per la via, per indà a lavorà per varcun’artro? Che po’ ni devi dì ancho graśzie se ti tiene! Lo sapete che diceva Pareto? Che l’ottantapercento de’ sordi dell’ingresi ce l’han ir ventipercento dell’omini perché ‘r venti delle cause doverebbe fa’ l’ottanta e passa dell’effetti.

Qui va tutto a’ rovescio! Bisognerebbe lavorà 2 e riposassi 8 opperlomeno pensà un popo’ all’omo, che ‘un è fatto solo per lavorà, ma ancho per ista’ da sé, per ricercassi e istudià, per istà con quell’artri omini e aiutassi, no tirà sempre avanti alla méglio o a mettisi di meśzo o a mètte da parte i quatrini e comprà robba ch’un serve...”

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C’aveva veste teorie vì, Bucoschi, capellone, barbone, lavassi si doveva lavà pogo perché era sempre vestito uguale, estat’inverno colli scarponi.
Secondo lu’, doppo ave’ lavorato dieci-dodiciòre, levato ‘r tempo per mangià, per lavassi e vestissi, ‘r tempo che si guida la machina, la television e ‘r telefano, l’ott’ore che si doverebbin dormì ci restava davero pogo per l’omini e ver pogo si stava ancho agganghiti.
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Ar bare no!  ar bare 'un si stava agganghiti:

 fancaśzisti, nullafacienti, pelandroni, certifi’ati della mutua, gente che si facevin mantené da su pa’ o su ma’, briaoni, gio’atori d’azzardo, arangioni truffaldini, rubbapolli ce n’era un fottìo... un po’ d’ogniché....
ma tutta gènte ganza che a Bucoschi ni garbava!
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Po’ smise di venì, o forse cambió bare e andò in uno dove c’era gènte “meglio”.... “méglio” per mododidì.
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Da urtimo l’hó rivisto ner giardino davanti alla staśzion de’ treni, sempre cor su’ giornale, a fumassi le su’ sigarettacce...
ma òra ‘un è più neancho lì.
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[caption id="attachment_1193" align="alignnone" width="300"] Una delle tante poesie d’amore scritte dal nostro Bucoschi[/caption]

- Ancho il malato fagiolino Da Ginese, ha un Cómpito: Torna’ Prospero e servito  In bottega drento a ‘n tino. - Sarà l’aria e l’ammosfera Il caldo de’ ballini o ‘l vino, Il medioevo d’òra e lo zolfino O forse i muri e la stadera...

Le poesie di Pierrot arrivano da tempi non troppo lontani ma che tendiamo a dimenticare un po’ come dimentichiamo spesso tutto il nostro passato o le cose più ingombranti o tristi. La nostra memoria, la storia, la tradizione, ogni singolo diritto conquistato, rivendicare liberamente  la propria...

“Ora che stavo benino Sincieramente ‘un volevo morì” - Diceva il Moriani tra un chiodino e quell’artro ( e lu’, li voleva col Campari e basta...

- - Il “luogo comodo” dal 1400 al 1800 - Leggendo testi scolastici o famosi romanzi d'epoca (come ad esempio “I promessi sposi” o il “Decamerone”) ci imbattiamo sovente in racconti che riferiscono di terribili epidemie, quali la peste o il tifo, derivanti dalla scarsa igiene della popolazione. Come...

[caption id="attachment_423" align="alignnone" width="1024"] Un ottimo bar dove gustare un caffè deca o altre bevande[/caption] - - Un deca amaro perché la vita mi sia dolce davanti; meno affannata, “Trasandona” e triste come questi Borghi; Calma nel corso suo come l’acqua dei Fossi che da un muro sbuca, ad altro giunge, svelta, linda e pacifica. Piuttosto “sola”, l’immagino; Come un filo, sempre...