Lucca com’era: stare al “comodo”

Lucca com’era: stare al “comodo”

Il “luogo comodo” dal 1400 al 1800

Leggendo testi scolastici o famosi romanzi d’epoca (come ad esempio “I promessi sposi” o il “Decamerone”) ci imbattiamo sovente in racconti che riferiscono di terribili epidemie, quali la peste o il tifo, derivanti dalla scarsa igiene della popolazione. Come noto, fino ai primi del secolo scorso nelle città ed anche nei più signorili palazzi quelle stanze che oggi chiamiamo “bagni”, “toiilettes” o “gabinetti” non erano assolutamente pensati e gli escrementi venivano normalmente gettati nei chiassi o nei vicoli o nei fossati per poi essere raccolti sporadicamente da personaggi che avrebbero poi usato il prodotto per concimare la campagna. Farsi il bagno in tinozza per l’igiene personale era un lusso che poteva essere espletato un paio di volte l’anno anche dalla nobiltà.

I centri urbani erano attraversati da fossati che, oltre ad essere utilizzati come approvvigionamento idrico, sarebbero serviti anche per allagare intere zone in modo che il successivo reflusso delle acque avrebbe portato con sé tutto il materiale organico accumulato. Credo che non sia neppure immaginabile il tanfo in cui vivevano le popolazioni. Detto questo e per tornare a Lucca, vorrei far notare che i fossati che attraversavano la città erano due (Via delle Conce/Via Calderia/Via V.Veneto e Via del Fosso/Corso Garibaldi), peraltro tutt’ora esistenti anche se in gran parte coperti e che le 192 case torri esistenti non sono mai state fornite di collegamenti idrici od igienici, almeno fino ai primi decenni del 1900. I palazzi nobili normalmente, nei loro piccoli giardini interni, avevano un pozzo dal quale, con sistemi di corrucole su cui scorreva una bacinella, la servitù attingeva l’acqua dalle finestre dei locali di servizio.

Fatta questa premessa, va sottolineato un fatto assolutamente eccezionale per quel periodo storico e di cui la Repubblica di Lucca può vantarsi. Infatti in vicolo San Frediano fu istituito, fra la fine del 1400 e gli inizi del 1500, uno dei primi punti pubblici ove sarebbe stato possibile scaricare i propri bisogni corporali. A memoria di questo in vicolo San Frediano esiste tuttora una insegna marmorea dell’epoca che pubblicizza tale attività (vedi foto) contenente la scritta “Luogo comodo”.

Solo nei primi decenni del 1900, per consentire a tutti una maggiore igiene personale, furono istituiti i “Bagni pubblici Comunali” negli spazi derivati dagli orti dell’antico Convento del Carmine in via delle Chiavi d’oro. (vedi foto) e contemporaneamente si installarono numerosi “vespasiani” (orinatoi destinati alla cittadinanza maschile). Questi potevano essere in marmo appoggiati al muro di qualche palazzo (Vicolo Matteucci, Via della Dogana, via Anfiteatro, vicolo del Chianti, corte del Pesce ecc.) o in ferro di colore verde scuro (esterno di Porta San Pietro, di porta Santa Maria, sulle Mura urbane al Campo Balilla, piazza della stazione) (vedi foto).

Nel corso degli anni 60 dello scorso secolo questi furono tutti progressivamente eliminati.

di Carlo Rossi

il Lustro
dario.barsotti@hotmail.it
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