Auttoritratto de il Lu-Stro

Auttoritratto de il Lu-Stro

Autoritratto del Lu-stro

Stempiata hó fronte
Riga assai larga ner meszo
Capellli sull’orecchi soli
Sicché tengo raszati
Che vando cardo è il justo
Il calvo cranio pare Lustro.
Occhi melancolici e ispenti
Neri e un po’ maroni
Che s’accendino di foco
Brucerebbin come Cecco
Che ‘un era certo francese
Neancho Villan però.
Mi garba la curtura,l’arte
 ancho vella popolare
Che dice è poga roba,
(Di morto é assai volgare)
Ma va mangia come l’uva
chicchi marci en da scartare.
Disegna’ ‘un so fa’,
È pogo che ho inissiato
Comancho a scrive,
Sarà perch’un-hó istudiato
Che Invece d’anda’ scuola
Indavo ar bar e stavo Lustro.
Viensi alla luce ir tredici
Che a Lucca è processione:
Nelle mi belle vie
E piasse e chiese anti’e
C’é proppio d’ogni ‘osa
Donna e omo , bell’e brutto.
Abito questa mi’ tera
Ch’amo e che conosco
Da guasi un dieci lustro
Invento, scopro e rimo
Canto, schisso, appattumo
 e piuccheartro ilLustro.
il Lustro
dario.barsotti@hotmail.it
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