Al più Sodo

Al più Sodo

Il mitico “Mario son sodo” in via Roma, con il suo stereo si aggira per Lucca ed è amico  e benvoluto da tutti i negozianti, ai passanti è solito chiedere ” Son sodo? ” “Sodo” che sta a significare “ganzo”.

Ci resti justo te, Mario

Neancho un Soldino

( te l’han levi)
Quell’artri l’han sottèri
In un cantino
Ri’operto doppo da’n prunaio.
La Frusa l’han iscorda,
Le’, le su’battaglie
Ir carello co’ sacchetti
Li stiaffi a bamboretti
Biciretta  e cianfrusaglie,
Vesta gente tanto orba.
Ma te sei vivo, io lai
Allòra sai cosa va fatto?
Per le meglio vie di Lucca
Titolate alla Gentucca
Ci vo mette ‘r tu ritratto
E la musica liddai:
Un pugnetto a microfòno
Lo stereo e le cassette
Le gambe un po’ ‘mbarcate
Per canta’ le serenate
Alle giovini e vecchiette
Ché non soffrin l’abbandóno.

Mario oggi, il capello un po’ imbiancato ma sempre in formissima! Sorriso inconfondibile, simpatico, loquace e canterino benché lo stereo si sia ridotto e adesso stia in un marsupio.

Soldino lungo i Fossi, in cambio di una moneta, se in vena, poteva danzare roteando su se stesso

La Frusa in via Cenami, attaccabrighe, sempre indiavolata, anticlericale, polemica con le donne ed i bambini

Dei tanti personaggi della Lucca fino agli anni ‘90, l’unico ancora attivo è il popolarissimo Mario detto “Son Sodo” per la domanda che pone spesso ai passanti a conferma che lui, simpatico, brillante e canterino, sia davvero un tipo in gamba.

Gli altri personaggi come Soldino e la Frusa, che erano poi la voce e l’anima del centro storico, sono purtroppo scomparsi da un po’.

Mario fu ospite di una trasmissione televisiva su una rete nazionale che si interessò alla sua vicenda in seguito ad un raggiro subito che lo aveva portato, sembra, a chiedere denaro per foraggiare alcuni suoi sfruttatori.

Lui, che un lavoro ce l’ha ( dovrebbe essere falegname o lavorare nel settore del legno ), si muove per Lucca ed ha sempre un saluto e una parola gentile per tutti.

In particolare per le donne ha un debole ed è sempre alla romantica ricerca ( mai invadente per il gentil sesso) della sua principessa da sposare.

Il suo corteggiamento consiste nel dedicare una serenata alla fortunata signorina, accompagnandosi con l’inseparabile stereo e cantando sul suo pugno che imita un microfono.

Al termine del brano, alla corteggiata che si dimostra lusingata, chiede la mano e se voglia sposarlo.

Nella melodia non ha un tentennamento mentre nel parlato talvolta si ingarbuglia e capita che “ inchecchi” ( balbetti ).

Oggetto delle sue sagaci battute sono invece gli uomini, specie i “pelati” ( calvi ) che invita ad andare in un noto centro anti calvizie ( pubblicizzato sui media negli anni ‘80 ).

Gentucca fu, secondo una parte della critica, una nobildonna lucchese che ospitò il poeta Dante Alighieri esiliato dalla sua Firenze in mano alla fazione avversa.

Il Sommo cita come “gentucca”, cioè “gentuccia”, gli Anziani corrotti che governavano Lucca di cui il più “barattiere” fu un certo Bonturo Dati.

Ogni via del centro è intitolata ad una delle tante personalità che hanno abitato nella nostra città o ne hanno caratterizzato la vita politica e culturale…

Sarebbe bello se una delle tante strade fosse, per una volta, dedicata ad un personaggio amato e popolare come il nostro Mario.

In questo caso dovrebbe trattarsi di una via centralissima dove fosse possibile ascoltare un po’ di musica melodica come quella che ama lui.

il Lustro
dario.barsotti@hotmail.it
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