La balestra antica da banco

La balestra antica da banco

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C’è un oggetto a Lucca che è frutto del lavoro di artigiani, la cui importanza era ben radicata nel medioevo ma che trae origini da ben prima. Era utilizzato a scopo bellico ma oggi è un fulcro di aggregazione sociale fra tradizione e sport: la balestra antica da banco.

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foto Giampaolo Russo

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Il contesto in cui l’attività di tiro con la balestra si adagia è quello della rievocazione storica, che da sempre è un cardine dell’offerta turistica di moltissime città italiane, ognuna con i propri palii e le altre manifestazioni con giochi storici.

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foto Giampaolo Russo

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Uno dei gruppi di rievocazione storica di Lucca che mette al centro l’attività di tiro con la balestra è l’associazione Contrade San Paolino. Nata nel 1991, aderisce alla Lega Italiana Tiro alla Balestra (LITAB) dal 1995 ed ogni anno è chiamata a tenere alto il nome di Lucca durante il “Campionato Italiano di Balestra Antica da Banco”, in cui competono altre 11 città con grande spirito di amicizia, tant’è che è consuetudine chiamarsi “Fratelli d’arme”.

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foto Giampaolo Russo

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La balestra da banco è composta da un unico pezzo di legno (solitamente noce o ciliegio) chiamato teniere, in cui vengono incassati diversi componenti in acciaio oltre ovviamente all’arco. Le uniche parti mobili fanno parte del meccanismo di sgancio, composto da una noce con cui si aggancia e si tende la corda dell’arco, e dalla leva di sgancio utilizzata per rimuovere, al momento opportuno, il perno all’interno della noce, così da liberare la corda e scoccare il tiro.

Anche le frecce, chiamate più propriamente verrette o verrettoni, hanno un corpo in legno (solitamente faggio) e una punta di acciaio. Sulla coda della verretta vengono applicate due penne di tacchino per massimizzare la stabilità del tiro.

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foto Giampaolo Russo

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Il sistema di mira è semplice ma efficace: sulla verretta è applicato un chiodo, con cui il balestriere inquadra il bersaglio. La posizione della testa viene fermata da un punto di mira posizionato a lato del teniere su una tabella, che viene traguardato attraverso un foro posto su una diottra inserita sempre a lato del teniere ma a distanza più ravvicinata con l’occhio del balestriere. Entrambi gli strumenti permettono ad un balestriere esperto di ottenere ripetutamente il massimo punteggio, che ha un diametro di una moneta da 2 euro, posto ad una distanza di 36 metri.

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foto Paolo Olivieri

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La potenza sprigionata dall’arco è impressionante, e permette alle verrette di percorrere il suo tragitto, dall’area di tiro al bersaglio, in poco meno di un secondo. Nel medioevo, anche l’armatura più avanzata di un cavaliere o di un nobile non poteva fare nulla per arrestare la verretta. Per questo motivo, l’unico modo per caricare una balestra da banco è attraverso un ausilio meccanico, chiamato martinetto.

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Buona parte di queste balestre vengono abbellite con intagli, e il fusto delle verrette dipinte con molteplici colori, arrivando a realizzare delle vere e proprie opere d’arte ammirabili durante i cortei storici e i palii in piazza.

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foto Giampaolo Russo

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testo di Giovanni Toraldo

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immagini di Giampaolo Russo e Paolo Olivieri dall’archivio Contrada San Paolino

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il Lustro
dario.barsotti@hotmail.it
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