Anco la Cornacchia

Anco la Cornacchia

E’ stato un vero piacere conoscere il mitico Giovanni Sani, grande amante di Lucca e della sua “parlata” e membro molto attivo del gruppo Facebook cittadino più popoloso.

I suoi post su “Sei” hanno sempre un disincanto unico, una delicatezza e una poesia che tocca l’anima partendo dalle cose più semplici come la foto di un tramonto con cui dedica un “Buonasera” agli amici social.

Pubblico questo componimento di Giovanni sull’argomento ornitologia che mi sta tanto caro e che spesso ho trattato.

Una cornacchia che si chiama Anco che, come “Fadia” che in lucchese significa “fatica”, farà probabilmente una pessima fine, morendo di fame, a causa di “vesto brutto ventaccio che tira giù l’uccelli”….

Anco la cornacchia.

Co’ ‘ste raffie di vento

l’ugello Anco vola lento:

‘na ‘ornacchia, già arughita

Che ‘un n’ha voglia ‘ffà fadiga.

Cra-cra, e cra-cra-crà

le’ giricchia un po’ vaellà

e se lo stombao la tormenta 

Ni ci vòr della sementa;

se ‘un la trova anzi sia notte

le budella tutte tòrte

Riprincipiin bronciolare:

“Che discóri, vesta vì è fame!”

Sicché tenta di volalla

Di sghimbescio come ‘l Pialla;

Córpi d’ala come réna

“V’oi vede’ com’è la scena!?!”

Hai voglia te piglià pasticche

La tentó, dice, anche Bicche

Una raffia d’Anco più forte

Lo riabbacchia nella sòrte.

Cra-cra, e cra-cra-crà

Vì ‘un si risce di volà!

S’è allontana la sementa

Có lla morte lì ch’aspetta

di Giovanni Sani

Quando avrò tempo farò l’ilLustrazione.

il Lustro
dario.barsotti@hotmail.it
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