Il giardino sulla spiaggia: Gente di mare

Il giardino sulla spiaggia: Gente di mare

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Camminavo lentamente nella sala, soffermandomi a guardare con attenzione le foto in bianco e nero appese sui pannelli espositivi. Nella mia mente navigavano ricordi dei racconti marinari di mio nonno.

La mostra fotografica occupava un locale dello Yactht Centre munito di moquette colorata, colonne in metallo dipinte di giallo e luci al neon, il cui gusto insipido non rendeva giustizia alla potenza di quelle foto. Una gioventù che non ebbe spazio per le sue fragilità, costretta ad affrontare un mare irascibile, alle prese con una vita troppo dura.

Un’immagine mi colpì più delle altre [1]. Raffigurava una nave che entrava in uno stretto di poco più grande. Da entrami i lati alte pareti di roccia, sul ponte un giovane marinaio. Incurante, non guardava la sua barca sfilare tra quegli scogli austeri, ma piuttosto volgeva lo sguardo a chissà quali nostalgie.

Questa fotografia può essere la metafora di grandi messaggi, risaputi eppure sempre nuovi” – pensai tra me e me.

Il giovane, che non guarda nemmeno entrare la barca nello stretto, è la persona che ha appena cominciato la vita in mare: non guarda le difficoltà e i rischi del mestiere, pur essendo cosciente di essi.
Lo stretto canale, ripido e roccioso, è la vita in mare: piena di insidie e di sorprese. Il giovane però sa che deve affrontarla e, costretto a percorrere questa difficile via, non la guarda, non ci pensa: altri viaggi lo accompagnano nel viaggio da compiere, strada buia e difficile. Forse la malinconia al ricordo di momenti felici e spensierati ormai trascorsi, forse la nostalgia di una casa lontana“.

Pensai che anche mio nonno doveva essere stato così, un nodo mi prese alla gola. Eppure in vecchiaia sognava fortissimo il profumo del vento salato, le mille lame tremolanti della luna sul mare, il pallore delle spiagge la notte e il sole alto e violento.

Il mare dà troppo poco per quanto chiede. Chi entra per questo stretto non può far altro che percorrerlo fino alla fine, ma, quando al termine del viaggio la barca viene ormeggiata, non può fare a meno di ricominciare di nuovo: troppo forte è la nostalgia del mare!

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di Gabriele Levantini

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[1] Passaggio del Canale di Corinto. G. Pardi, T. Signorini, Gente di Mare, Baroni Editore, 1998, ISBN 88-8209-070-1

RIADATTATO DAL TESTO VINCENTE IL PRIMO PREMIO AL CONCORSO “GENTE DI MARE” – 1998
il Lustro
dario.barsotti@hotmail.it
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