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14 Gen Il meteo e le calende
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I nostri vecchi, avein un modo particolare di tirà a indovinà le previsioni del tempo per tutto l’anno.
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Lo facevin con le calende ( o calendi ) e ni serviva soprattutto per sape’ come comportassi con i su’ lavori, ch’erino, guasi per tutti, i lavori de’ campi, perché le generaszioni d’omini fino ar dopoguera, erino prima meszadri e po’ contadini.
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Un campo appena arato
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Le calende sarebbin i primi dodici giorni dell’anno che, ognun preso per conto suo, sarébbe l’immagine del relativo mese.
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Capodanno sarebbe Gennaio, il 2/1 sarebbe Febbraio, Befana – Giugno e Dicembre lo figurava il 12.
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Se presempio, il due gennaio faceva bel tempo, Febbraio, come bastian contrario, avrebbe avuto invece tempo brutto.
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E così s’appuntavin sul calendario per i primi 12 giorni, quel che avea fatto di tempo, per poi prende l’opposto e appioppallo al mese che ni corrispondéa.
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Non esistevano supermarket e frigoriferi
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Le calende erin i primi dodici giorni dell’anno novo.
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Ci credevin? Chi sì e chi noe, come in tutte le ‘ose della nostra Tèra.
C’era chi facea conti più fini, medie, radici quadre, occhessoio….. Ma lo scopo era sempre vello: tirà a ndovinacci per le semine e i su’ raccolti.
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Ricordianci queste cose, che la mente pian piano cerca di mette in un cantorin: ‘un è quello di cima né quello di mezzo, ma quello di fondo, delle ‘ose che iniszin a sparìtti.
di Giuseppe Pardi
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Alcune primizie dei nostri campi
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