per ogni nome c’è una ragione

per ogni nome c’è una ragione

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Un nostro amichetto si chiamava Fabriano.

I bambini sono spesso crudeli e, quando  prendono di mira uno di loro, non gli fanno fare più vita.

Per Fabriano il “problema” era il suo

nome, intere giornate a sfotterlo per quel nome così inconsueto che non consisteva né in un “Fabrizio” nè in un “Fabiano”.

Quando poi diventammo ragazzi capimmo che avevamo sbagliato a deriderlo , Fabriano ci toglieva sempre dagli stropicci, lui c’era sempre, noi mancavano il più delle volte, ma lui no:

Fabriano aveva sempre con se le cartine

Chi lo conobbe in età già adulta pensò che Fabriano fosse una sorta di soprannome, una specie di nome d’arte, tanto era desueto ma così rappresentativo e calzante il suo nome.

Da grande realizzai che in fondo, i nomi stupidi erano i nostri, così piatti e comuni, tutti uguali…ci chiamavamo tutti nella stessa maniera e quando nel gruppo del bar due ragazzi facevano “Marco” , uno prendeva direttamente il cognome e se c’era già un’altro con lo stesso cognome, siccome se poi chiamavi “Rossi” si giravano in dieci, allora un diminutivo come “Marchino” oppure un soprannome tipo “Schizzo” se era un tipo nervoso o “il Morbido” se era uno tranquillo.

Nellla ghenga del bar avevamo un Fabio, un Fabino e un Fabione e poi c’erano due Falaschi, uno lo chiamammo quindi Bianco e l’altro Rosso per il colore del viso e poi c’era un Fabrizio…che poi fece una brutta fine.

In fondo in fondo “Fabri-ano” è un Fabrizio che gli è andata di culo!

Hai capito ora?

Grazie papà

Prego Fabriano. E pensa sempre che per ogni nome c’è una ragione…se ti avessi chiamato Rizla sarebbe stato peggio!

-Come te?

-Sì , Rizla junior però

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de Il Lustro

 

il Lustro
dario.barsotti@hotmail.it
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