26 Gen L’anśucca del mi pappà
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Dinni “zucca”
Mi par brutta
Ma anco “śucca”
Sembra frutta…
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A ‘un sape’
Nè fa e nè dì
Hó deciso a fa così
-Hai capito bel mi te?!?-
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Ni vo mette nòme
“anśucca o ‘nśucca”
Com’anśuccaro dorcione
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Missa drento minestrone
riso, lessa e anco fritta
Pare guasi ‘n bel chiorbone.
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La zucca, regina autunnale della verdura prodotta nei nostri orti, è un autentico capolavoro, una natura morta dai colori vivaci, di gran consistenza e con una superficie perfetta.
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In Valpedogna, nel paese di Piegaio del comprensorio di Pescaglia, viene omaggiata di una festa in cui si premia l’esemplare piu bello e, assicuro, la scelta è difficile, perché sono tutte bellissime.
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Un “frutto” che ha molteplici utilizzi e di facile conservazione che, grazie al suo gusto “dolcione” ( agrodolce) si sposa con molte pietanze e si presta come ingrediente principe in molti piatti: risotti, ravioli, creme, fritture, contorni ed anche dolci.
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Si consumano la polpa ma anche i semi di alcune varietà che possono esser salati e serviti come “stuzzichino” per aperitivo magari abbinati ad un “chiodino” ( vino bianco macchiato con Campari o Aperol )
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La zucca è ricca di elementi nutrienti come il carotene e molti sali minerali ed ha proprietà antiossidanti, diuretiche e calmanti.
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Per “zucca” si intende anche la testa dell’uomo:
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Śucca pelata
Che sta nelle prata
Sòna il tamburo
Un calcio nel cxxx!
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A Lucca viene chiamata “anśucca” o addirittura “nśucca” storpiando il nome corretto in italiano come avviene per molte “parlate” vernacolari o dialettali.
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Allo stesso modo viene detto “anśuccaro” lo zucchero che è anch’esso dolce e utilizzato in cucina non solo per le torte ( a Lucca sono famose quelle coi becchi di erbi -bietola- ) ma anche per smorzare la componente acida del pomodoro.
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Nel sonetto alla méglio intitolato “A Viareggio” ho trattato il tema del campanilismo che divide ( ed è causa di esclusione ) la città di Lucca dalla famosissima località di mare.
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I lucchesi chiamano Viareggio “Marina di Lucca” per vantare un proprio storico primato e controllo sul comune costiero. Un “vanto” quantomai inutile visto che il centro viareggino “camina co’ le su’ gambe” benissimo e si è sempre dimostrato indipendente e completamente autonomo.
Per ovviare a questo campanilismo insensato avevo fatto presente che anche “ner sugo ( ragù )vello bòno van l’ansucca ( zucchero cioè Lucca ) e ‘r sale ( salmastro cioè Viareggio ) insieme!
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Se in quel sonetto intendevo zucchero qui intendo “zucca”.
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Un’offesa per zucca paragonarla a certe “teste” di uomo!
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Somiglia una chiorba, una capocchia, ma per fortuna, rimane una bella zucca!
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Versione 🇮🇹
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La zucca di mio padre
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Mi sembra brutto
chiamare questo ortaggio così bello
“Zucca” ( come si dice di una testa vuota )
ed anche a chiamarlo “śucca”, alla lucchese, sembra di intendere la frutta, i succhi di frutta…
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Per non saper nè leggere nè scrivere, dunque molto semplicemente,
sai cosa ho deciso di fare?
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Di battezzarla “anśucca” o “‘nśucca”
Come si dice, a Lucca,
“anśuccaro” per il dolce zucchero.
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Poi, utilizzandone per il minestrone o per il risotto, lessandone o friggendone,
sempre ad una grossa testa
sarà paragonata.
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